Azioni per il contrasto alla violenza nei confronti di persone lgbti
Come viene precisato, il 17/10/2017, sul sito della Farnesina, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale1 “L’Italia è recentemente entrata nell’ LGBTI Core Group dell’Onu, gruppo di Stati Membri delle Nazioni Unite e di organizzazioni della società civile attivo nella protezione e promozione su scala globale dei diritti delle persone LGBTI (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e intersessuali).”
Sempre secondo la Farnesina “L’ingresso nell’ LGBTI Core Group dell’Onu rappresenta un importante risultato e riconoscimento per il nostro Paese, da tempo impegnato sul fronte della tutela dei diritti LGBTI. In ambito Onu, in particolare, nel dicembre 2008 l’Italia ha sostenuto attivamente la prima Dichiarazione dell’Assemblea Generale dell’ONU su “diritti umani, orientamento sessuale e identità di genere”. Nel 2015, il nostro Paese ha aderito al rapporto pubblicato dall’ONU sulle buone prassi in materia, in cui richiama tutti gli Stati membri ad adottare misure concrete contro la violenza e la discriminazione. L’Italia ha inoltre sostenuto l’adozione da parte del Consiglio Diritti Umani dell’ONU di risoluzioni sul tema nel 2011, 2014 e 2016.”
Ciò nonostante, un’accettazione dei diritti LGBTI richiede ancora, nel nostro paese, un’evoluzione culturale che consenta di destrutturare stereotipi, pregiudizi e discriminazioni nei confronti di orientamenti diversi da quelli eterosessuali e modelli di identità di genere divergenti rispetto ai prevalenti.
Ne vogliamo parlare con Danilo Musso, Consigliere dell’Ordine degli Psicologi delle Marche, Vicepresidente, Referente e Responsabile Sportello di ascolto LGBTI dell’Associazione Esna Consulenze di genere Onlus di Ancona.
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